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Chiesa e Convento di Santa Chiara

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Alberto
April 27, 2021
La fondazione del monastero di Santa Chiara, situato al margine sud – occidentale di piazza Garibaldi, si fa risalire agli anni compresi tra il 1260 e il 1269 e all’opera della beata Floresenda o Floresella, figlia del conte di Palena, Tommaso di Caprifico. E’ sicuramente uno dei più antichi insediamenti monastici delle clarisse nel Regno di Napoli e, col tempo, diventò anche tra i più ricchi e meglio dotati, grazie soprattutto alle numerose ed ingenti donazioni; la riforma dell’ordine religioso, tuttora vigente, fu formulata proprio nel convento di Sulmona. Come la maggior parte degli edifici conventuali francescani sorgeva al di fuori del nucleo urbano più antico, in una delle zone di espansione della città, dove quindi non sussistevano vincoli che ne limitassero la crescita ed era possibile provvedere all’auto-sostentamento della comunità religiosa grazie ad un vasto terreno di pertinenza, adibito ad orti. L’intero complesso monastico occupa una vasta area che dall’antica piazza Maggiore, a cui fa da sfondo, arriva con i suoi campi a lambire il tratto orientale delle mura di cinta del XIV secolo, sorte per racchiudere i nuovi borghi in formazione. Esso si sviluppa su un quadrilatero e comprende la chiesa aperta ai fedeli, con la retrostante cappella ad uso interno, il campanile, l’edificio conventuale vero e proprio, organizzato su due piani attorno ad un chiostro rettangolare, il parlatorio ed alcune case di pertinenza che si affacciano su una piazzetta-sagrato. Nell’isolamento della vita monastica le suore si dedicarono a numerose attività artigianali, tra cui, fin dal Quattrocento, alla lavorazione artistica dei confetti che nel corso dei secoli ha reso celebre Sulmona nel mondo. Il pio luogo venne più volte ricostruito, restaurato ed ingrandito, sia per far fronte alle crescenti esigenze di spazio, sia a causa dei danni provocati dai terribili terremoti che si abbatterono sulla città, specie nel 1456 e nel 1706, tanto che attualmente si conserva ben poco della struttura originaria. Nella prima metà dell’Ottocento il monastero visse ancora un periodo florido, tanto che la badessa, nel 1837, fu costretta ad ampliare il dormitorio e il refettorio; dal 1866, anno in cui il monastero venne soppresso, iniziò un periodo di inesorabile declino: la proprietà passò prima al Ministero di Grazia e Giustizia e infine, nel 1907, al Comune di Sulmona. Per l’adeguamento alle diverse e mutate destinazioni d’uso (scuola, asilo, ricovero per anziani, ma anche campo da gioco e sala cinematografica) vennero apportate ulteriori modifiche alle strutture, soprattutto nella distribuzione degli spazi. L’edificio conventuale ospita attualmente al primo livello il Polo Culturale Civico Diocesano di Santa Chiara, mentre il piano superiore è adibito a casa di riposo per anziani. Degli ambienti a pianterreno la cappella interna, insieme ad un altro vano ed al vasto refettorio, è utilizzata come spazio espositivo del Museo Diocesano di Arte Sacra; altri tre locali sono riservati alla Biblioteca Diocesana, nella cui sala di lettura - allestita nell'ex-parlatorio - è ancora possibile ammirare le mostre in pietra delle grate, dietro le quali le clarisse potevano incontrare i visitatori. Nei restanti ambienti è esposta la collezione d’arte moderna e contemporanea della Pinacoteca Comunale, collegata alla Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea che annualmente si svolge nella città.
La fondazione del monastero di Santa Chiara, situato al margine sud – occidentale di piazza Garibaldi, si fa risalire agli anni compresi tra il 1260 e il 1269 e all’opera della beata Floresenda o Floresella, figlia del conte di Palena, Tommaso di Caprifico. E’ sicuramente uno dei più antichi insedia…

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